Premessa
Questa è la storia di un viaggio (che è ancora in corso) attraverso i differenti mondi che sono racchiusi dentro le varie generazioni che formano il nostro sistema scolastico e che rappresentano il nostro futuro (e di tutta la nostra società).
Questo racconto è anche per me una sorta di autoanalisi, un bilancio anche emozionale ed introspettivo che vorrei offrire a tutti i soci e volontari di questa comunità, per dare possibilmente un contributo alla meritevole opera di volontariato, che tutto dà e nulla chiede in cambio. Quindi l’ottica di lettura, che spero di riuscire a trasmettere, è quella dell’esperienza personale ed umana che sto vivendo in questo percorso.
Come nelle più consolidate tradizioni il seguente racconto è basato su fatti realmente (a me) accaduti che spero di aver riportato abbastanza fedelmente, in base alla mia fallace memoria. Ringrazio tutti i preziosi compagni di questo viaggio, i volontari del PMI CI, che non nominerò personalmente, ma che come comunità sono stati attori principali di questa bellissima esperienza e cosa più importante … nessun volontario è stato mai maltrattato in questi accadimenti ! 🙂
Un percorso da volontario per le nuove generazioni
L’opportunità di “servire” (questo è per me il termine più “nobile” che userei) come volontario l’ho incontrata in modo inaspettato e sicuramente non cercato in modo cosciente, ma è capitato!
La molla che mi ha spinto a cercare questa esperienza di volontariato nel PMI Central Italy è stata inizialmente l’idea di poter mettere a disposizione di qualcun altro quello che potevo delle mie conoscenze ed esperienze (per quanto possibile) nell’ambito del Project management. E’ quello che viene anche chiamato “giving back”. Provare a restituire agli altri qualcosa del “tanto” che si è ricevuto nella propria vita (più o meno meritatamente).
Già dall’inizio uno dei miei pensieri relativi al volontariato era focalizzato in particolare sulle nuove generazioni o comunque nell’ambito scolastico. Credevo (e credo) nel “dovere” di trasferire i propri valori a chi potrà portarli avanti anche dopo di noi.
Quindi una delle prime idee che provai a proporre per le mie attività nell’ambito del volontariato del PMI furono relative al cercare l’occasione di organizzare qualcosa a beneficio degli studenti. A quel tempo ero sensibilizzato su tale tematica anche perché avevo uno dei miei figli che frequentava le scuole superiori e mi sarebbe piaciuto poter fare qualcosa per i ragazzi di quell’età.
Il caso volle che proprio poco dopo essere divenuto volontario del Branch Abruzzo (era l’inizio del 2018) un professore di un istituto tecnico in Abruzzo cercò di contattare i volontari del Branch. Così, visto che avevo espresso la mia disponibilità proprio per tali ambiti, mi affidarono come primo compito quello di organizzare una attività con la loro scuola. Il professore fu molto proattivo e ci aiutò ad organizzare in poco tempo un evento presso il loro istituto (era un istituto tecnico) con gli studenti delle classi degli ultimi anni dei loro corsi di studio (mi pare di ricordare che fossero quarte e quinte classi).
Il primo incontro con gli studenti (o meglio dire impatto…)
Ricordo ancora molto bene quella mattina di fine maggio nei pressi di Lanciano in Abruzzo. Ci accolsero il professore di riferimento e gli altri referenti scolastici facendoci tutti gli onori del caso e avevano organizzato l’incontro con gli studenti di varie classi in un’aula abbastanza grande. Noi del Branch Abruzzo eravamo in quattro volontari. L’incontro era previsto durasse l’intera mattinata. Era una splendida giornata assolata e si avvertiva già il tipico clima quasi estivo (poi capirete perchè evidenzio questa situazione climatica).
A ridosso dell’orario di inizio delle attività erano già diligentemente arrivati quasi tutti gli studenti che avevano occupato i vari banchi dell’aula in cui eravamo. In effetti dovevano essere almeno quattro o cinque classi, a giudicare dal numero degli studenti presenti. Cominciamo quindi le nostre attività di spiegazione su cosa fosse il Project Management e di come si gestiscono i progetti, cercando di far capire anche l’importanza di queste tematiche per il loro futuro personale e professionale. Devo dire che l’attenzione iniziale degli studenti pareva essere ottimale. Per meglio coinvolgerli avevamo anche stabilito di alternarci nelle spiegazioni tra i vari volontari che eravamo lì.
Però a metà mattinata accadde qualcosa. Al rientro dalla pausa della ricreazione, per dare possibilità agli studenti di riposarsi, ci accorgemmo, nostro malgrado, che alcune classi non erano rientrate in aula. Capimmo che le classi quinte che avevano fatto l’autocertificazione per anticipare l’uscita nelle ultime ore (presumibilmente per andare in spiaggia, come vociferavano gli studenti rimasti … forse degli elementi del vestiario di alcuni studenti avrebbero dovuto farci insospettire … ).
A quel punto la seconda parte della mattinata cominciò ad essere un pò “in salita”. I ragazzi rimasti sembravano essere diventati un po’ annoiati ed indolenti rispetto alle spiegazioni teoriche. Ci alternammo come previsto per cambiare il ritmo delle spiegazioni, ma senza riuscire ad ottenere il livello di attenzione iniziale. Il momento era divenuto un pò pesante e anche il professore non riusciva a richiamare l’attenzione degli studenti su quanto stavamo spiegando. Avevamo la sensazione che potesse andare a finire non come avevamo sperato!
Era comunque previsto nel nostro piano di riservare una parte finale dell’evento a delle esercitazioni o comunque a dei lavori pratici da poter far fare ai ragazzi. Avevamo portato con noi dei post-it, dei pennarelli e alcuni tabelloni di cartone che affiggemmo ai muri della classe. Data la situazione un pò critica decidemmo di anticipare questa attività e di saltare l’ultima parte di teoria (evidentemente non più “gradita” agli studenti).
La decisione cambiò tutto! Fummo travolti dalla grande partecipazione di tutti gli studenti rimasti. Si misero subito ad aiutarci a predisporre tutto il materiale e iniziare gli esercizi pratici (che consistevano nella simulazione di un progetto per la loro festa di istituto). Si fecero differenti gruppi di lavoro e assistemmo esterrefatti alla loro capacità di comprendere il senso più pratico di quanto avevamo raccontato nella teoria, pur nel poco tempo che c’era a disposizione. Chiaramente fecero solo una impostazione del progetto e abbozzarono delle WBS e delle schedulazioni di attività, ma si vedeva che avevano compreso il senso del nostro messaggio e che erano capaci di metterlo in pratica, oltre le nostre più rosee aspettative. Si dimostrarono molto curiosi e ci fecero anche molte domande e alcune molto mirate al mondo del lavoro e alla carriera professionale nell’ambito del project management. In particolare c’era un ragazzo che era seduto tutto solo in prima fila e non aveva parlato mai con nessuno e sembrava essere stato sempre distratto per tutto il tempo della parte teorica. Invece alla fine partecipò alla fase pratica in modo assolutamente evidente e ci fece capire che aveva compreso brillantemente bene tutto quello che avevamo detto.
Sono onesto nell’ammettere che questo evento non aveva da parte nostra una grande aspettativa e non avevamo, a mia conoscenza, esperienze dirette di divulgazione verso una tale giovane platea. In effetti a metà della mattina, vista la situazione che degradava, avevamo provato un certo sconforto e temevamo di dover riportare un mezzo fallimento, ma andammo avanti credendoci fino in fondo.
Posso dire che, nonostante un momento di smarrimento, fummo abbondantemente ricompensati per la nostra convinzione nel procedere e realmente toccammo con mano quanto siano reali ed enormi le potenzialità che possono scaturire dai giovani. A maggior ragione mi pare incomprensibile la nostra generale miopia (al livello della “società reale”) nel non saperle cogliere appieno e valorizzarle a beneficio del futuro di tutti noi.
Allarghiamo il cerchio, le Università
Il passo successivo prese spunto nel 2019 da contatti avuti dalla Direttrice del Branch Abruzzo del tempo con una associazione studentesca dell’Università G. D’Annunzio di Chieti-Pescara (Ud’A). Da questi contatti si svilupparono degli accordi di collaborazione con l’ufficio di “Placement” e delle convenzioni con i dipartimenti della stessa università per erogare dei seminari divulgativi agli studenti universitari sulle tematiche del Project Management, anche in ottica di indirizzarli verso la certificazione CAPM e specializzazioni successive oltre che per il mondo del lavoro.
Anche in questo caso con la partecipazione appassionata di vari volontari del Branch furono organizzati e svolti diversi incontri in primis con i docenti universitari referenti dei vari dipartimenti per informarli sulle nostre attività e le potenzialità formative che potevamo erogare generando dei benefici per gli studenti e per l’offerta formativa della stessa università. Ci furono di conseguenza alcune sessioni divulgative ed informative con gli studenti provenienti da differenti dipartimenti. Questi eventi avevano lo specifico obiettivo di far conoscere l’iniziativa agli studenti per raccoglierne le adesioni al corso formativo che si voleva proporre. Infatti l’obiettivo finale era un corso formativo orientato alla preparazione per il CAPM, sempre dedicato agli stessi studenti che avevano scelto di iscriversi.
A causa degli eventi pandemici ben noti di inizio 2020 il programma di formazione dovette cambiare. Non potevamo più organizzare una formazione in presenza, ma dovemmo spostarci verso formazione solo online (totalmente inedita), con tutte le incognite che questo comportava.
L’esperienza fu molto articolata e onerosa ma la platea degli studenti universitari era sicuramente più matura rispetto all’esperienza precedente (quella delle superiori). Il corso fu organizzato con il comitato di Formazione ed erogato on-line nel corso del 2020 con una buona ed interessata partecipazione studentesca.
Per me l’esperienza è stata ulteriormente formativa (e immagino anche per tutti i volontari partecipanti) data la condizione di pandemia che ci ha costretto tutti a passare a modalità estremamente digitali di conduzione ed erogazione di programmi formativi corposi grazie al digitale. Di fatto si è fatto un balzo tecnologico, ma anche di modalità di comunicazione, che è stato e rimarrà uno “spartiacque” per tutti i nostri eventi da allora in avanti. Da un punto di vista pratico questa esperienza porrà le basi fondanti per le successive tappe del mio racconto.
Ma è possibile anche quando sono veramente piccoli?
Non potevamo farci mancare neanche le scuole primarie!
Sempre nel 2019, grazie sempre al grande attivismo dell’allora Direttrice del Branch Abruzzo e ai contatti sviluppati con un plesso scolastico di Pescara furono organizzati una serie di incontri con i docenti delle scuole primarie. L’obiettivo era di formare docenti stessi affinché utilizzassero una metodica basata sul Project Management per far svolgere i progetti scolastici ai bambini delle scuole primarie e delle medie. Il tutto seguendo, in un modo semplificato ed adottando una specifica didattica, la disciplina del Project management stesso. A tal fine riprendemmo quella che era l’esperienza già sviluppata nel NIC riguardante un tool specificatamente ideato per le scuole primarie e che faceva parte di un toolkit disponibile sulla piattaforma del PMI Educational Foundation (PMIEF). Il toolkit derivava dall’esperienza del NIC ed era denominato “Progetti in erba”.
L’iniziativa comportò l’erogazione di sessioni di formazione di oltre 50 docenti delle scuole primarie e medie con incontri che portavano appunto ad illustrare loro come utilizzare questo toolkit a loro volta nelle rispettive classi. Quindi ci siamo fermati ai docenti senza incontrare gli alunni. Con la fondamentale determinazione della Direttrice del Branch, l’ampia disponibilità del team di volontari (a cui ebbi la fortuna di poter collaborare) e l’entusiasmo dei docenti e degli alunni l’esperienza culminò in un evento finale nel 2019. Tale evento fu tenuto proprio presso il campus dell’università G. D’Annunzio di Chieti Scalo. Fu una grande festa con la presentazione da parte delle varie classi del Plesso scolastico, dove ogni docente con la propria classe di alunni andò a presentare il proprio lavoro progettuale. Il clima era di grande allegria e partecipazione da parte di tutti con tantissimi bambini che animarono l’intero evento. Parteciparono ospiti di riguardo come i rappresentanti del Board del Central Italy e anche gli autori del Toolkit ( “progetti in erba”) che avevamo fatto utilizzare ai docenti.
Tra le varie esperienze che sto raccontando questa in particolare ebbe un effetto determinante in senso molto positivo, motivante e coinvolgente su me stesso, facendomi provare una reale profonda soddisfazione per la mia disponibilità come volontario.
Il ritorno alle “Superiori”
L’esperienza dell’università è stata il “motore” di tutto quello che si è svolto successivamente. Come possiamo ben immaginare vi è una virtuosa sinergia tra le università e le scuole superiori finalizzata all’orientamento degli studenti per il prosieguo degli studi.
In tale contesto si svilupparono delle occasioni di informazione e divulgazione verso le scuole superiori, facilitate dai referenti di alcuni dipartimenti dell’università che avevano contatti con i referenti scolastici di diversi istituti delle scuole superiori delle province di Chieti e Pescara. Infatti organizzammo un incontro con i docenti referenti di una decina di istituti superiori (presso l’università Ud’A citata in precedenza). Però poi sempre a causa della pandemia non ci fu il seguito sperato (almeno nell’immediato).
Invece dopo poco tempo ci furono una serie di contatti da parte di un ente governativo (ANPAL Servizi Spa nella sua organizzazione regionale abruzzese) che si occupa proprio di organizzare la formazione per le scuole superiori nell’ambito dell’ex “alternanza scuola-lavoro” che oggi è ridenominato PCTO ( “Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento). Questi contatti portarono a organizzare due eventi con due istituti delle scuole superiori al fine di erogare una formazione a distanza tramite webinar.
Il primo evento fu organizzato con un webinar per diverse classi di un liceo scientifico di Pescara. Ci furono circa 250 partecipanti tra alunni e professori. L’esperienza fu un primo esperimento, in termini di numerosità, con le scuole superiori. Comunque fu ritenuta pienamente soddisfacente dai docenti referenti (e spero anche dagli alunni con i quali però non avemmo contatti diretti).
La seconda opportunità fu invece molto più articolata e soddisfacente anche per noi volontari. Essenzialmente si trattò di erogare delle lezioni sempre via webinar ma in un modo molto più interattivo e diretto. Era un’unica classe del 4° anno di un istituto tecnico abruzzese con indirizzo geometri con circa 20 alunni (insieme alla loro docente). Avevano l’obiettivo di partecipare ad una gara a livello nazionale per la progettazione di un’aula scolastica all’aperto. Il loro obiettivo era di applicare le metodiche e le tecniche del Project Management al loro Project work, che consisteva nella realizzazione degli elaborati tecnici da consegnare (secondo determinate modalità e tempistiche) per partecipare alla gara suddetta. Furono organizzati quattro webinar nell’arco di un mese (uno alla settimana il sabato mattina ciascuno della durata di due ore).
Dopo il mese di formazione (erogato nel mese di marzo 2020) in cui si erano spiegate le principali nozioni del Project Management, gli alunni dovettero mettere in pratica (assistiti dal loro docente scolastico) quanto avevano appreso, andando proprio a effettuare il loro progetto, che aveva appunto la finalità di consegnare entro fine anno scolastico gli elaborati per concorrere alla gara.
Dai feedback degli studenti stessi (con i quali interagivamo durante tutti i webinar) e del loro docente veramente emerse la loro grande soddisfazione (e stupore) sul come avessero potuto affrontare questo compito veramente sfidante per loro. Infatti, visti anche i tempi relativamente stretti della gara, avevano trovato un grande beneficio dalle nozioni che gli avevano trasferito e un naturale modo di impiego (chiaramente adattandole al loro contesto e semplificando il più possibile). Il modo in cui esternarono con le loro parole i loro feedback ha rappresentato per noi volontari un’esperienza indimenticabile e una soddisfazione unica, emozionandoci profondamente.
Per me e anche per gli altri volontari partecipanti questa esperienza diede un ulteriore slancio e rafforzò la convinzione che questo ambito della formazione del PCTO per gli studenti dell’ultimo triennio delle scuole superiori era da dover espandere e consolidare in qualche modo.
Il filone giusto
A questo punto dopo una serie di passaggi e di confronti, gli attori in campo erano quelli giusti e tutti convinti della bontà dell’idea.
Quindi con il supporto di ANPAL Servizi (che veicolavano l’interesse di una nutrita schiera di istituti in Abruzzo), con la guida del comitato Formazione del PMI CI, il supporto dei volontari del Branch Abruzzo e del Branch Toscana si è riusciti ad innescare un filone organico e strutturato per un programma formativo ben articolato per il PCTO per le scuole superiori. Questa fu per me una grande occasione di poter veramente vedere la potenzialità di una comunità che si muove in modo organico e pienamente collaborativo e che può superare ogni difficoltà, spinta dalla grande forza che solo l’ideale di volontariato può riuscire ad infondere.
Quindi fu definito un percorso formativo organizzato su tre annualità. L’obiettivo era di accompagnare gli alunni (dalle terze alle quinte classi) fino a poter conseguire una formazione che fosse adeguata alla possibilità di iscriversi all’esame di certificazione CAPM alla fine di tale percorso. Nel 2021 si è partiti con la prima annualità rivolta alle terze classi di numerosi istituti abruzzesi ed alcuni toscani di scuole secondarie di secondo grado (contammo oltre 600 partecipanti simultanei).
L’esperienza è stata totalmente innovativa e molto sfidante perché si andava ad erogare, verso una platea così ampia tramite canali totalmente digitali, una formazione in modo “live” dove c’era la distribuzione dei fruitori su territori veramente molto ampi (praticamente gli istituti erano distribuiti in differenti località su tutta la regione Abruzzo e alcune parti della Toscana). Inoltre le tipologie degli istituti coinvolti erano veramente eterogenee (dagli istituti tecnici di vari indirizzi fino ai licei).
Anche il numero di volontari coinvolti tra il comitato di formazione e volontari abruzzesi era molto nutrito e quindi era molto articolata tutta la gestione. Inoltre abbiamo dovuto letteralmente inventare un format che potesse reggere l’urto di questa grande platea ed essere distribuito in un tempo molto lungo. Infatti, praticamente, l’iniziativa durava un intero anno scolastico: iniziando dalla preparazione iniziale per le iscrizioni delle scuole interessate, passando per la predisposizione dei materiali formativi, all’erogazione dei corsi ai docenti e poi agli studenti, al supporto per la parte di Project work che le classi potevano fare per loro conto, fino alla consegna degli attestati di frequenza a fine anno scolastico. Tutto questo lavoro richiede veramente una dedizione eccezionale che solo in un contesto altamente “sentito” di volontariato può essere esprimibile. Mi sento veramente onorato e fortunato di aver potuto attingere ad una così alta espressione di altruismo e spirito di collaborazione.
Nel 2022 e 2023 abbiamo iniziato quindi il secondo anno che comprende ben due cicli formativi, perché c’è chi inizia quest’anno per la prima volta, oltre a chi prosegue con la seconda annualità avendo già seguito l’anno precedente.
Quindi in previsione l’anno prossimo si avranno contemporaneamente attivi tutti e tre i cicli formativi e chi ha iniziato l’anno scorso andrà a completare tutto il percorso delle tre annualità formative previste. Conseguentemente, gli alunni che conseguiranno il diploma di maturità al quinto anno di superiori, saranno i primi che potranno successivamente anche eventualmente decidere di accedere all’iscrizione per l’esame di certificazione del CAPM, avendo conseguito le contact hours necessarie e il diploma stesso.
Le speranze per il futuro
Praticamente questa esperienza sta assorbendo totalmente il tempo limitato che riesco a dedicare al volontariato ed è comunque ad un livello molto impegnativo, sia perché c’è necessità di seguire continuamente tale organizzazione dei lavori, sia perché dura senza soluzione di continuità dal 2020 fino ad oggi. Ma non posso che esserne profondamente coinvolto e soddisfatto per l’alta missione che questo compito assolve. La corale e appassionata partecipazione di tanti altri volontari con cui ho l’onore di poter interagire e che sentono la stessa passione per questa iniziativa verso i giovani mi gratifica veramente e mi fa sentire concretamente parte di una coinvolgente comunità.
Il pensiero che così tanti studenti possano aver incontrato (e spero assorbito il più possibile) la forma mentis che è insita nel Project Management, mi dà la forza di continuare ad affrontare il sacrificio personale nel dedicare non poche energie e tempo personale necessari a questa attività. Questa è la speranza di poter dare un piccolo contributo a porre i presupposti per dei migliori cittadini e professionisti (a prescindere dall’indirizzo professionale che vorranno seguire) e che possano raccogliere un giorno il nostro testimone riuscendo a fare meglio di quanto siamo stati noi stessi capaci.